La strada che proseguendo da via Giovanni Santi va verso Montefabbri in direzione Urbino fa percepire in modo chiaro che Colbordolo sia nata, come altri insediamenti poi divenuti castelli, su lunghe direttrici di comunicazione. Ora le case impediscono di percepire subito il vasto panorama che si apre davanti al paese, a sinistra di chi sale e lo supera, ma per chi si spostava lentamente lungo case più piccole doveva essere sicuramente più immediato: i monti che si stagliano all’orizzonte spaziano dal Petriano al Catria, dalle Cesane al Furlo e passare vicino ad un nucleo abitato doveva dare un senso di protezione e di riparo.

La prospettiva della via si chiude allo sguardo col Monte di Colbordolo, che arriva a 396 metri di altezza.

La trasformazione di quel luogo è particolarmente evidente. Negli anni ’70 lo sviluppo dell’industria del mobile ha portato ad una maggiore disponibilità economica delle famiglie che hanno incrementato la costruzione di case di vacanza trasformando l’area in una zona residenziale, con ristoranti, parco giochi, e un rimboschimento sostenuto dalle amministrazioni. Era il monte in cui si “andava a prendere l’aria buona”, per allontanarsi dalla pianura e trovare riposo e svago. Alcuni hanno anche deciso di andarci a vivere in modo stabile, trasformando le case e adattandole all’inverno. Ora molte case sono disabitate e i ristoranti non ci sono più, così che l’antropizzazione dell’uomo fa percepire più uno stato di abbandono che di natura salutare. 

Sulla strada la Chiesa di santa Maria del Monte, costruita nel 1700 ed  abbattuta ma poi ricostruita ed oggi è ancora visibile. Venne fatta costruire dal Mons. Don Giulio Giorgi di Colbordolo vicino all’ospedale che portava lo stesso nome. Dentro c’era solo un altare con un dipinto ad olio dell’immagine della Vergine. Nel 1817 venne utilizzato per seppellirvi i colerosi e nel 1820 venne abbattuta perché pericolante. A spese degli abitanti, la chiesa venne ricostruita ed inaugurata nel 1933.Le tre campane sono state acquistate con donazioni delle famiglie di cui è inciso sopra il nome. 

Il bellissimo borgo di Montefabbri è unito a Colbordolo non solo per la vicinanza, ma per il comune destino che li ha legati ad Urbino. E’ da Montefabbri che Sigismondo Malatesta "li piantó le bombarde"nel 1446 e  assedió e distrusse Colbordolo sottraendolo al dominio dei Montefeltro. Successivamente Colbordolo ha seguito le vicende del ducato di Urbino e quindi ne ha condiviso con Montefabbri e Talacchio i legami amministrativi e politici. Se ne riparlerà a proposito di vicende legate alle mura e alle case del paese. Montefabbri è una delle tappe del Parco delle Muse e delle Ninfe.

All’altezza di Via del Castello, dove girano le mura del paese, è documentata una piccola chiesa ormai scomparsa: la chiesa di Santa Croce, eretta da don Girolamo Gisgoni nel 1625. Aveva un piccolo campanile e possedeva terreni nella piana di Talacchio. All’interno c’era un piccolo altare con un quadro dipinto ad olio con l’immagine di Cristo morente sulla croce, san Girolamo e san Carlo.